Tentiamo un reciproco riconoscimento:
io riconosco che tu, che non credi o che credi per vie diverse dalla mia e che fai della scienza sperimentale il tuo faro nel mare del dubbio, non sei un pericoloso materialista proiettato verso quel domani dove l’incalzare della scienza nella sua corsa, trasformerà me, credente, in un cartoccio di carta buttato nel cestino.
E tu puoi riconoscere che io come credente non sono per forza un cretino manovrato da forze oscure, un bietolone legato ancora a favole ancestrali e tradizioni medioevali.
Tu e io per cammini diversi, per forme diverse facciamo uso di argomenti di ragione a cui dobbiamo fare appello per incontrarci.
Io riconosco che tu con la nave della scienza mi abitui al viaggio oltre le colonne d’Ercole e io con la mia fede ragionevole ti ricordo che, talvolta, i fari lungo la costa aiutano a mantenere la rotta e ad evitare le secche.
Tu eterno Cristoforo Colombo, mi ricorderai che ci può essere l’America, la nuova terra
e io ti ricorderò che non è però l’India come pensavi.
Per te e per me rimarrà, comunque, aperto il campo
del come vivere in quelle nuove terre.