Se
13/03/11 08:36 Archiviato in:
Quaresima
I
domenica di Quaresima - anno
A
Si parla, nel brano del vangelo (che puoi trovare qui) di Gesù che viene tentato nel deserto. La fanno da padrone tre grandi “se”: i se del dubbio circa le reali intenzioni di Dio Padre. “Sarà poi così Padre questo Dio che dice di volere il tuo bene?”, è’ un’antica tentazione che troviamo anche nella prima lettura, nel racconto del peccato originale.
Ai “se” Gesù nel deserto oppone il suo grande e sofferto “sì”. Credo che questa faccenda del “se” ci porti a trovare la traccia per leggere i nostri rapporti con Dio.
Se si pensa solo in termini di peccati gravi (mortali) e lievi (veniali) credo che si troverà sempre il modo per scivolare via. Per i peccati gravi, infatti, si avrà sempre modo di renderli lievi con il nostro armamentario di giustificazioni e autosconti unito al fatto che, forse, per fare un peccato mortale occorre un certo impegno non alla portata di tutti...
Per i veniali, poi, ad essi ci si abitua come ci si abitua alla polvere in casa quando la luce del sole la fa emergere anche là dove si era pulito.
Inoltre da un lato il pensare in termini di peccati mortali fa venire in mente il giudizio e il giudice e anche questo incentiva alla difesa e dall’altro il pensare in termini di peccati veniali ci propone una presenza divina che ha un po del “fiscale” così da renderci facile il dire: “ma Dio mi vuole bene e non sta a guardare tutto”.
Se, invece, riportiamo il “peccato” al mondo del “se”, le cose si chiariscono e, soprattutto, si inseriscono nella linea dell’amore.
Infatti la lontananza da Dio inizia sempre con il se che mette in dubbio la sua bontà nei nostri confronti. Quel dubbio circa il suo bene è più facile che ci spinga a chiedere scusa perché non è bello (e immediatamente lo si percepisce) nutrire sospetti nei confronti di chi ci ama.
Ma i “se” in cosa consistono? Solo come esempio: ogni volta che non si segue ciò che il Vangelo suggerisce e facciamo di testa nostra è come se dicessimo: “se non ti ascolto e faccio come penso io, le cose mi andranno meglio” e, quindi, è come se, almeno per quella cosa, mettessimo in dubbio la bontà del Signore nei nostri confronti come se il vangelo non fosse pensato per la nostra felicità.
Altrettanto vale quando ci si lamenta di tutto e di tutti è come se pensassimo che Dio si è dimenticato di noi quando ha voluto che fossimo circondati da quelle persone o situazioni per le quali non nutriamo nessuna cordialità del cuore.
La pista è buona e comunque ci consola il fatto che “il diavolo si allontanò da Lui...”, in Cristo il male non è invincibile!
Qui trovi un aiuto per la Lectio
Si parla, nel brano del vangelo (che puoi trovare qui) di Gesù che viene tentato nel deserto. La fanno da padrone tre grandi “se”: i se del dubbio circa le reali intenzioni di Dio Padre. “Sarà poi così Padre questo Dio che dice di volere il tuo bene?”, è’ un’antica tentazione che troviamo anche nella prima lettura, nel racconto del peccato originale.
Ai “se” Gesù nel deserto oppone il suo grande e sofferto “sì”. Credo che questa faccenda del “se” ci porti a trovare la traccia per leggere i nostri rapporti con Dio.
Se si pensa solo in termini di peccati gravi (mortali) e lievi (veniali) credo che si troverà sempre il modo per scivolare via. Per i peccati gravi, infatti, si avrà sempre modo di renderli lievi con il nostro armamentario di giustificazioni e autosconti unito al fatto che, forse, per fare un peccato mortale occorre un certo impegno non alla portata di tutti...
Per i veniali, poi, ad essi ci si abitua come ci si abitua alla polvere in casa quando la luce del sole la fa emergere anche là dove si era pulito.
Inoltre da un lato il pensare in termini di peccati mortali fa venire in mente il giudizio e il giudice e anche questo incentiva alla difesa e dall’altro il pensare in termini di peccati veniali ci propone una presenza divina che ha un po del “fiscale” così da renderci facile il dire: “ma Dio mi vuole bene e non sta a guardare tutto”.
Se, invece, riportiamo il “peccato” al mondo del “se”, le cose si chiariscono e, soprattutto, si inseriscono nella linea dell’amore.
Infatti la lontananza da Dio inizia sempre con il se che mette in dubbio la sua bontà nei nostri confronti. Quel dubbio circa il suo bene è più facile che ci spinga a chiedere scusa perché non è bello (e immediatamente lo si percepisce) nutrire sospetti nei confronti di chi ci ama.
Ma i “se” in cosa consistono? Solo come esempio: ogni volta che non si segue ciò che il Vangelo suggerisce e facciamo di testa nostra è come se dicessimo: “se non ti ascolto e faccio come penso io, le cose mi andranno meglio” e, quindi, è come se, almeno per quella cosa, mettessimo in dubbio la bontà del Signore nei nostri confronti come se il vangelo non fosse pensato per la nostra felicità.
Altrettanto vale quando ci si lamenta di tutto e di tutti è come se pensassimo che Dio si è dimenticato di noi quando ha voluto che fossimo circondati da quelle persone o situazioni per le quali non nutriamo nessuna cordialità del cuore.
La pista è buona e comunque ci consola il fatto che “il diavolo si allontanò da Lui...”, in Cristo il male non è invincibile!
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