Il naturale ingegno può ... fare di te un perfetto giurista e un filosofo greco di una delle scuole più celebri. Era, però, mio desiderio che tu usassi le risorse del talento, avendo come unica meta il cristianesimo.
Mi auguravo che a realizzare questo fine tu ricavassi dalla filosofia ellenica gli insegnamenti validi a dare una cultura di base, una formazione che fosse di propedeutica al cristianesimo e così anche che attingessi alla geometria e all’astronomia gli ammaestramenti utili all’interpretazione dei sacri testi. [...].

Tu, dunque, mio signore e figlio, attendi sopra ogni cosa alla lettura dei sacri testi, e con estrema cura.Quando, infatti, leggiamo i divini libri è necessario che ci applichiamo intensamente ad evitare di esprimerci con avventatezza e di concepire pensieri temerari nei loro riguardi.

Nel dedicarti, poi, alla lettura dei sacri testi con fede e disposizione d’animo gradite al Signore, bussa a quanto in essi è racchiuso e ti aprirà il portiere di cui Gesù ha detto: “A questi apre il guardiano” (Gv 10,3).
Ancora, applicandoti alla divina lettura indaga con rettitudine e fede incrollabile nel Signore il senso delle celesti Scritture nascosto ai più.

Ma non ti basti di bussare, cercare.
Per comprendere le cose sacre è indispensabile soprattutto la preghiera. Ad essa, appunto, esortandoci, il Salvatore non dice soltanto: “Bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete”, ma anche “domandate e vi sarà dato”(Mt 7,7; Lc 11,9).

Tanto ho osato per il paterno affetto che ho per te. Se la mia audacia sia giustificabile o meno, lo sa Dio e così Cristo, suo Figlio, e chi è partecipe dello Spirito di Dio e dello Spirito di Cristo. Possa tu anche esserne partecipe, e sempre più, affinche ti sia consentito dire to di Cristo. Possa tu anche esserne partecipe, e sempre più, affinchè ti sia consentito dire non soltanto: “Siamo diventati partecipi di Cristo” (Eb 3.14), ma anche: “Siamo diventati partecipi di Dio”.

(Origene, Lettera a Gregorio il Taumaturgo, in Gregorio il Taumaturgo, discorso a Origene, Città Nuova, pp. 99-103)