CONSULTORIO "LA FAMIGLIA"
Il Consultorio, nato secondo l’ispirazione cristiana dalla volontà delle Parrocchie del Decanato di Trezzo, è presente sul nostro territorio dal 1976 e opera con il riconoscimento e l’accreditamento della Regione Lombardia e l’autorizzazione della ASL di competenza. Aderisce alla Federazione Lombarda Centri di Assistenza alla Famiglia.
Orari di apertura segreteria
Dal Lunedi al Sabato dalle 9.00 alle 12.00
Dal Lunedi al Venerdi dalle 15.00 alle 18.00
Piazza Nazionale, 9
20056 Trezzo Sull’Adda (MI)
Tel. 02/9090495 fax 02/90980812
393/8078852 – 338/7363368
e-mail:
consultorio.trezzo@tiscali.it
corsi@consultoriotrezzo.it
ginecologia@consultoriotrezzo.it
psicologia@consultoriotrezzo.it
Nella dichiarazione dei redditi
scegli di dare il 5 x 1000
al Consultorio “La Famiglia”
segnando il codice fiscale
83507550156
Cos’è il consultorio?
E’ uno spazio, un luogo, un servizio di “ascolto”, in cui poter parlare senza timore di essere giudicati.
E’ rivolto a famiglie, a coppie e a singoli.
Al Consultorio si viene, non solo per porre problemi, difficoltà o patologie, ma anche per imparare a vivere meglio e a star bene con se stessi e con gli altri. Inoltre è un luogo di aiuto concreto per mamme, papà e bambini.
E’ espressione della carità della comunità cristiana e si pone in una relazione di scambio con le società civile ed ecclesiale locali da cui attinge le risorse umane ed economiche ed a cui restituisce servizi e cultura.
La forte componente di volontariato consente di offrire, ad un prezzo socialmente sostenibile, un servizio altamente professionale.
L’intimità personale e familiare dell’utente è considerata come suo patrimonio sempre inviolabile nel rispetto della privacy.
Nello spirito di rendere il servizio e le prestazioni offerte sempre migliori si persegue la conformità ai requisiti di qualità.
L’accesso al Consultorio è libero, senza preclusione alcuna.
Quale la sua missione?
La missione del consultorio è quella di operare al servizio della famiglia e della vita, da qui il nome “La Famiglia”, offrendo servizi alla persona nella sfera biologica-psicologica-sociale.
Quali gli obiettivi?
Suoi obiettivi sono:
-Divulgare la cultura della famiglia
-Promuovere attività di sostegno e di aiuto alle famiglie, alle coppie e ai singoli
-Informare e formare in merito alla educazione affettivo-sessuale
-Tutelare fisicamente e psicologicamente la partoriente e il neonato.
Quali gli ambiti
Tre sono gli ambiti attraverso i quali vengono perseguiti gli obiettivi:
2. le prestazioni sanitarie di assistenza specialistica: in particolare alle gravide e alle mamme: controlli gravidanza, visite ginecologiche, pap-test
3. le attività di prevenzione, formazione e educazione alla salute e all’affettività:
attraverso corsi che il Consultorio organizza in collaborazione con scuole, oratori, parrocchie; in particolare corsi in preparazione al matrimonio, corsi sullo studio della fertilità, corsi di educazione alla sessualità, corsi sui problemi della pre-adolescenza e dell’adolescenza, corsi in preparazione al parto, corsi di massaggio infantile, corsi di orientamento familiare.
Messaggio per la 33ª Giornata Nazionale per la vita
(6 febbraio 2011)
“Educare alla pienezza della vita”
L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione.
Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto.
Come osserva Papa Benedetto XVI, «alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita» (Lettera alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, 21 gennaio 2008). Con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro.
Cogliamo in questo il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: «l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa» (Gaudium et spes, n. 36).
Occorre perciò una svolta culturale, propiziata dai numerosi e confortanti segnali di speranza, germi di un’autentica civiltà dell’amore, presenti nella Chiesa e nella società italiana. Tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate, sono fortemente impegnati a difendere e promuovere la vita. Grazie a loro anche quest’anno molte donne, seppur in condizioni disagiate, saranno messe in condizione di accogliere la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione dell’aborto.
Vogliamo di cuore ringraziare le famiglie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i consultori d’ispirazione cristiana e tutte le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà e da solo non riuscirebbe a fare fronte agli impegni che essa comporta.
Quest’azione di sostegno verso la vita che nasce, per essere davvero feconda, esige un contesto ecclesiale propizio, come pure interventi sociali e legislativi mirati. Occorre diffondere un nuovo umanesimo, educando ogni persona di buona volontà, e in particolare le giovani generazioni, a guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’umanità. «L’uomo – afferma Benedetto XVI – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 6 agosto 2010, n. 1).
È proprio la bellezza e la forza dell’amore a dare pienezza di senso alla vita e a tradursi in spirito di sacrificio, dedizione generosa e accompagnamento assiduo. Pensiamo con riconoscenza alle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che, talvolta anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Guardiamo con affetto ai genitori che, con grande pazienza, accompagnano i figli adolescenti nella crescita umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono. Ci piace sottolineare il contributo di quei nonni che, con abnegazione, si affiancano alle nuove generazioni educandole alla sapienza e aiutandole a discernere, alla luce della loro esperienza, ciò che conta davvero.
Oltre le mura della propria casa, molti giovani incontrano autentici maestri di vita: sono i sacerdoti che si spendono per le comunità loro affidate, esprimendo la paternità di Dio verso i piccoli e i poveri; sono gli insegnanti che, con passione e competenza, introducono al mistero della vita, facendo della scuola un’esperienza generativa e un luogo di vera educazione. Anche a loro diciamo grazie.
Ogni ambiente umano, animato da un’adeguata azione educativa, può divenire fecondo e far rifiorire la vita. È necessario, però, che l’anelito alla fraternità, posto nel profondo del cuore di ogni uomo, sia illuminato dalla consapevolezza della figliolanza e dalla gratitudine per un dono così grande, dando ali al desiderio di pienezza di senso dell’esistenza umana. Il nostro stile di vita, contraddistinto dall’impegno per il dono di sé, diventa così un inno di lode e ci rende seminatori di speranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti.
Roma, 7 ottobre 2010 - Memoria della Beata Vergine del Rosario
CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE