L’uomo d’oggi guarda, ma non contempla vede, ma non pensa (E. Montale)

Tre secondi per farsi domanda e compagnia dell'oltre dei nostri sguardi, dell'oltre dei nostri pensieri...

Sabato

O Pietro e Giovanni, ai vostri giudici che vi consigliavano di tacere di Gesù, del suo insegnamento, della sua morte e della sua risurrezione, con lucidità e coraggio rispondeste: “Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”.
Parlavate di Gesù, di lui incontrato, di lui compagno della vostra vita concreta: aiutatemi, o santi apostoli, perché quando penso a Gesù non pensi al catechismo, al dovere della messa, all’ora di religione. Aiutatemi perché anche per me l’esperienza viva e vissuta con Gesù si faccia evidenza da non poter tacere.

(Ispirato alla prima lettura di oggi Atti 4,13-21, secondo il rito romano)

Venerdì

O Signore anche oggi inizia per me un nuovo giorno e in esso come in ogni giorno riprenderò la mia recita sul suo grande palcoscenico. Per questo curerò la mia persona, studierò gli atteggiamenti da avere, le intonazioni della voce, riderò, scherzerò, talvolta farà l’arrabbiato per sottolineare meglio il pensiero e poi respirerò l’aria di primavera e forse mi capiterà anche di alzare lo sguardo a guardare le nuvole del cielo.
Farò cioè tutto ciò che fa concreto il mio esistere dove tutto, anche ciò che sbaglierò, è bello perché è la vita, la mia vita in cui desidero essere immerso, la vita che è bello poterla vivere.
Tu però aiutami a ricordare che pur amando tutto della vita e godendo tutto di essa, Tu e solo Tu sei la pietra che scartata dai costruttori sei diventato la pietra d’angolo. Solo in Te troverò salvezza e persino il giorno già bello in sé, in Te troverà il suo senso.

(Ispirato alla prima lettura di oggi Atti 4,1-12, secondo il rito romano)

Giovedì

O Signore tu, risorto, appari ai discepoli e per farti riconoscere mostri le tue ferite, le ferite procurate dai chiodi.
Per farti riconoscere mostri il tuo dolore offerto, la tua sofferenza trasformata in amore e mostrando quelle ferite mi dici che è risorta quella forza d’amore, sei risorto tu che hai obbedito al Padre, tu che hai amato fino alla morte di croce.
Oggi pensare alla resurrezione non vorrà dire pensare a un racconto con lieto fine, ma vorrà dire per me, trovare in te la forza per arrivare a morire a me stesso per amore di te e del fratello che mi donerai.

(Ispirato alVangelo di oggi Luca 24,35-48, secondo il rito romano)

Mercoledì

Discendi santo Spirito. O maestro interiore insegnami e accompagnami nella comprensione della Parola di Dio e di tutto ciò che Cristo ha insegnato in parole e opere.
Santo Spirito agisci nel mio cuore e nella mia mente così che come i discepoli di Emmaus anch’io oggi possa dire, commosso e ferito dalle Parole del Signore: “non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”.

(Ispirato alVangelo di oggi Luca 24,13-35, secondo il rito romano)

Martedì

Nel giorno di Pentecoste, all’udire le parole di Pietro che annunciava la morte e la risurrezione del Signore la gente che ascoltava si sentì “trafiggere il cuore”.
Signore ti chiedo di ferirmi con la tua Parola, di non permettere che le tue Parole scivolino via senza lasciare su di me traccia. Scavami Signore così che le mie Parole fattesi Tua Parola trovino la forza di trafiggere il cuore di chi ascolta.
Fa nascere nel mio cuore e fa che nasca nel cuore di chi incontrerò la potente domanda: “che cosa dobbiamo fare fratelli?”.

(Ispirato alla prima lettura di oggi Atti, 2,36-41, secondo il rito romano)

Lunedì (lunedì dell'Angelo)

Maria di Magdala, ha il coraggio di tornare indietro alla tomba vuota per far compagnia al nulla perché ti pensavano rubato.
Pietro e Giovanni dopo aver visto il vuoto della tomba e ascoltato il suo silenzio l’abbandonano tornando indietro da dove erano partiti correndo.
Maria torna e sta. Per questo forse i due discepoli non videro ciò che vide Maria: te, o Signore, glorioso, risorto.
Quando sono stanco, quando perdo la voglia, quando ti sento muto come il silenzio della tua tomba vuota, aiutami a tornare, aiutami a restare, aiutami a volerti bene anche quando sembri lontano così che anch’io dopo averti sentito pronunciare il mio nome mi alzi e con te riprenda il cammino verso il mondo reso nuovo da te risorto e dal dono del tuo Spirito.

(Ispirato al tema di oggi, secondo il rito romano)